Se il Veneto è stato un modello di sviluppo, può esserlo anche nell'individuare la strada per superare la crisi finanziaria in atto. Parola di Antonio Favrin, presidente di Confindustria Venezia e di Neafidi, il Consorzio che raccoglie oltre 4.000 imprese di 5 province venete, che ieri ha illustrato al governatore Giancarlo Galan un piano d'azione che prevede la creazione di un Fondo speciale da andare a realizzare in tempi brevissimi, e che oggi sullo stesso piano si confronterà con l'assessore regionale al bilancio Isi Coppola per andare poi a coinvolgere altri soggetti direttamente interessati come le Banche e le Camere di commercio.
Favrin parte da una massima ben conosciuta da chi frequenta la finanza: «Bisogna tenere la testa sulle spalle quando gli altri la perdono e dicono che il folle sei tu».
«Galan – dice – ha appena proposto la creazione di un Osservatorio sulla crisi perché solo i pazzi trascurano i pericoli e non possiamo neppure mettere tra parentesi la fiducia che nutriamo nel sistema economico veneto, nella sua capacità di adattamento, nella sua reattività. Siamo perfettamente in sintonia e come Neafidi abbiamo pronta una proposta cui stavamo lavorando da tempo».
Il tutto parte da una analisi sul campo. Verificando i bilanci di un campione significativo di 1.212 aziende, rappresentative per settore merceologico e collocazione geografica, Neafidi ha riscontrato una situazione a fine 2007 con 949 aziende in utile e 263 in perdita. L'aumento del costo del denaro di un punto, di fatto già avvenuto, porta in rosso 517 imprese e, se si sale ai 2 punti, finisce in perdita la maggioranza del campione: 652 aziende. «Ma il costo del denaro – chiarisce Favrin – è solo una parte del problema, forse neppure quella più importante. Il nodo da risolvere ora e con urgenza è quello relativo alla carenza di liquidità, alla difficoltà di trovare finanziamenti che consentano non tanto di andare ad alimentare nuovi progetti o ricerche, quanto piuttosto di assicurare il circolante e le risorse finanziarie sufficienti per superare l'attuale momento. Un polmone per un periodo che può essere di 24-36 mesi».
Per il presidente di Neafidi le Pmi hanno la necessità di superare indenni la tempesta finanziaria, andando a posizionarsi su impegni a medio e lungo termine, e di metabolizzare quello che è un cambio di modello e di scenario più che una crisi per quanto pesante.
Da qui lo scambio di opinioni con Galan, «che ho trovato molto attento ed interessato ad una rapida soluzione del problema», e l'avvio concreto del progetto Neafidi. Se la Regione è il referente politico, le Banche sono quello tecnico. «Non ho dubbi che il sistema bancario veneto risponderà positivamente – afferma Favrin – anche perché conosce bene le potenzialità del territorio. La nostra proposta è di creare un fondo di 200-300 milioni cui potranno accedere le aziende in regola con Basilea 2. Neafidi garantirà il 50% delle erogazioni e pensiamo ad un fondo rischi coperto per l'1% ciascuno da Regione, Neafidi e sistema delle Camere di commercio».
I dettagli operativi – a giudizio di Favrin – possono essere definiti in brevissimo tempo: l'importante è dare una risposta immediata alle aziende che permetta loro di non dovere arrendersi per un banale problema di circolante.
«Ma è importante anche – conclude – che ci si muova assieme perché solo così si può continuare a guardare lontano».
